Si e' appena conclusa a Cannes la scorribanda di "Cash and Rocket " 2015 , a fare da appetitoso contorno al Festival del Cinema, con formidabili auto ed altrettante importanti drivers. Molto glamour e molto denaro raccolto per scopi umanitari a dimostrare un'ennesima volta, se ce n'era bisogno,che il connubio tra auto sportiva-femmina di dannunziana memoria-e la donna evoluta, protagonista del nostro tempo risulta sempre affascinante.Contemporaneamente a pochi chilometri di distanza il circus della F.1 a Montecarlo ha presentato, da questo punto di vista, uno spettacolo deprimente: gli aitanti boys portanumero al posto delle girls-peraltro gia' sottotono da tempo e deplorevolmente snobbate dagli eroi delle monoposto-rappresentano l'ipocrisia ed il falso perbenismo della nomenclatura della FIA.In nome di una fantomatica "par condicio" (facciamo una battuta:esistono attualmente driver donne in F1?)si e' assistito ad una coreografia sulla pit lane di vecchio sapore bulgaro o se preferite nazista.La tristezza si e' poi consolidata alla vista delle due Altezze Reali, insipide discendenze della grazia cristallina di Grace Kelly e della signorile simpatia di Ranieri.Un Jean Todt nella sua attuale versione tipo impresario di pompe funebri americano e lo schieramento imbalsamato dei piloti in versione transformers hanno fatto il resto. Solo soldi, tanti, troppi soldi: comportamenti scostanti od asettici da robot, sguardi sospettosi.Alzi la mano chi ricorda con nostalgia i tempi scanzonati di James Hunt e di tanti altri piloti, amanti della vita e del bello. Chi e' troppo giovane per averli conosciuti se li vada a vedere su qualche bel libro ricco di foto,sara' un antidoto contro questo tipo grottesco di automobilismo.E poi le vetture in pochi istanti sono gia' alla St. Devote, ma questa e' un'altra cosa.
A cura di Aeroduck
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