A Milano ci sono tanti modi per provare il brivido del rischio. Uno dei piu' diffusi consiste nell'utilizzare alcune piste ciclabili (cosi' le chiamano): e' un'azione del tutto legale, anzi incentivata dal Comune a cui sta a cuore la salute dei cittadini contribuenti.Fa tanto bene fare moto in bici (oops, scusate...)respirare aria buona, eccetera.Ma torniamo al nostro ciclista avventuroso: dal congestionato piazzale delle Milizie vuole percorrere la "pista ciclabile" che lo portera' in viale Cassala.Non esiste alcuna separazione che lo protegga dal traffico che sfila a gran velocita' alla sua sinistra: la sua incolumita' e' affidata al potere scaramantico delle striscie gialle di demarcazione, forse la vernice con cui sono state tracciate e' stata a suo tempo benedetta in Duomo dall'Arcivescovo, mentre
il buon San Cristoforo, la cui chiesetta si intravede sulla destra, nulla puo' se non tentare di evitare agli automobilisti una denuncia per omicidio colposo nei confronti del velocipedista.Il quale nel contempo deve guardarsi dalle vetture che dalla sottostante alzaia pretendono di immettersi sul viale, sti prepotenti!
Ma gia' il nostro ha davanti la discesa che in pochi metri lo portera' nel nulla, cioe' sul Cassala destinato al traffico globale, perche' la pista-non vogliamo sapere quanto ci e' costata-e' lunga poche centinaia di metri e sul piu' bello finisce, lasciando il malcapitato che la percorre per la prima volta basito.E allora una bella boccata d'aria e giu' a rotta di collo mentre il solito motociclista, drogato dalla quantita' di piste milanesi a lui permesse e dalla piu' completa impunita', equivocando sulla natura della "ciclabile", la percorre superando il ciclista ad almeno novanta all'ora. Che bei momenti, che emozioni! Se poi piove o fa buio o tutt'e due le cose, il nostro ciclista, se e' veramente tosto, sfoggia abiti scuri e non utilizza lampadine di alcun genere, diventando cosi' pressapoco invisibile, come alcuni supereroi, agli sciagurati automobilisti che pretendono con caparbieta' di svoltare a destra, operazione che va condotta per forza di cose intersecando la mitica pista.Dalla parte opposta del viale identiche linee gialle delimitano la ciclabile gemella, gravida di minori emozioni se non per le auto che la tagliano di netto in stile parabolica di Monza per entrare in via Tortona: non vale la pena di percorrerla, a meno che non siate dei fifoni matricolati.Chiudiamo con una riflessione:perche' i Vigili Urbani milanesi ciclomontati non utilizzano come negli altri Paesi il casco?Dovrebbe essere obbligatorio, come le scarpe antinfortunistiche per alcuni operai.
Senza buoni esempi non esistono buoni cittadini!
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