lunedì 16 novembre 2015

TOPI, UN ORSETTO DA PISTA ED UN VINO DA CORSA

Nel 1948 in una via centrale di Berna esisteva, e forse esiste ancora, un bel negozio di giocattoli. Nel luglio di quell'anno un elegante signora si fermo' davanti a quella vetrina. Era la prima volta che usciva dall'ospedale dove suo marito era stato ricoverato diversi giorni prima in gravissime condizioni per un incidente di corsa sul circuito di Bremgarten. Un terribile incidente ,era gia' stato dichiarato deceduto ma i medici, alleati con il Destino, gli avevano riacciuffato la vita per un pelo.Il giorno prima nelle prove l'uscita di strada mortale di Varzi aveva ricordato a tutti l'agghiacciante pericolosita' di quel tracciato. Ma ora la signora era felice perche' suo marito era stato dichiarato fuori pericolo.La vetrina del negozio era stracolma di orsi di peluche di tutte le dimensioni,erano l'orgoglioso  simbolo della citta' svizzera. Ne compro' uno molto piccolo perche', come poi disse, non era come gli altri, aveva uno sguardo umano e felice. " Te l'ho comprato perche' sono sicura che ti portera' fortuna" disse al marito che l'aspettava in ospedale. Quell'uomo un po' stempiato con i baffetti neri le sorrise debolmente. Da quel momento non si sarebbe piu' separato da quella mascotte tenendola sotto la tuta da pilota alla partenza di ogni gara. L'aveva promosso ad orsetto da pista, ma non gli diede mai un nome. Lui invece si chiamava Maurice Trintignant.



Era un pilota metodico, pianificatore ma nel momento del bisogno si prendeva i suoi rischi. Memorabile fu la vittoria a Montecarlo nel 1955, nel G.P. di Europa di Formula 1: negli ultimi giri la pressione dell'olio della sua Ferrari si azzerava nalle curve a sinistra per tornare pressoche' normale in quelle a destra. Trintignant adotto' allora un ritmo di marcia particolare: piede di velluto nel percorrere le prime, derapate da far rizzare i capelli in testa nelle seconde per mantenere la media di gara che si era imposto! Arrivo' primo, anche grazie al tuffo nel porto di Ascari. Maurice era nato gentleman driver e di questa stoffa si nasce, non si diventa.Visse a lungo fino ad 88 anni, occupandosi delle sue vigne nel Midi vicino ad Avignone, come aveva sempre fatto con orgoglio tutto francese. Nella sua biografia "Pilotes de Courses" uscita nel 1957 descrive bene la flemma con cui partiva dalla sua tenuta di campagna a bordo dell'amata Buick -il famoso orsetto appeso al retrovisore- per recarsi sui circuiti di gara con ore e ore di guida anche notturna. Quando un meccanico della sua scuderia Ferrari gli chiese quale sarebbe stato il nuovo vino di sua produzione rispose: "Si chiamera' Petoulet...e' il rose' delle mie vigne. Ho fatto disegnare un'etichetta molto graziosa con la bandiera a scacchi dell'arrivo della corsa".

Gia', Petoulet. Il soprannome che gli aveva affibbiato Wimille a Parigi, nel 1945. Trintignant aveva ricomprato prima del conflitto la Bugatti sulla quale aveva perso la vita suo fratello Louis e l'aveva riparata. Per sfuggire alle requisizioni tedesche l'aveva smontata e nascosto le diverse parti in un fienile. Dopo quattro anni passati in compagnia dei...topi il serbatoio era stato contaminato dalle deiezioni degli animaletti.Alla prima gara la "nonna" fu costretta al ritiro per i getti dei carburatori otturati nonostante la pulizia del serbatoio effettuata durante il rimontaggio. Furente, Trintignant aveva espresso in toni coloriti il suo disappunto per quelle cacchette che in campagna da lui venivano chiamate "petoulet" , termine sconosciuto agli altri piloti che accolsero il suo sconforto con grasse risate. Il nomignolo lo porto' per tutta la vita con orgoglio : un grande pilota, corretto e professionale, appassionato vigneron , ricolmo di joie de vivre.                                                                    
                                                                                                A cura di Aeroduck
                                                                                                                  

martedì 3 novembre 2015

Il modello del mese: Fiat 131 Abarth Bburago (1977- 1984) cod. 0145


La nostra rubrica monografica questo mese analizza un modello particolarmente affascinante della produzione Bburago, ossia la Fiat 131 Abarth nella versione Alitalia. Presentata in anteprima al Salone del Giocattolo di Milano nei primi mesi del 1978 veniva cosi' pubblicizzata:


Nel tipico stile della casa brianzola con la frase "aereo da strada" si poneva l' accento sulla partnership pubblicitaria appena avviatasi tra la Fiat e l' Alitalia, nostra compagnia di bandiera, che sarebbe durata fino al 1980.
Viene altresi' messo in risalto l' aspetto della fedelta' di riproduzione ("proprio quella che ha vinto il Campionato del Mondo Rallyes") e le aperture presenti sul modello, in questo caso, purtroppo, soltanto due.
Passando ad analizzare nel dettaglio il modello, notiamo per prima cosa che le proporzioni sono state colte adeguatamente e la fanaleria anteriore cosi come la posteriore risultano molto ben riprodotte.



Dall' ultima foto pero' possiamo notare come i passaruota allargati rendano la vettura piu' larga di quanto appaia in realta',  in particolar modo se consideriamo la versione approntata per i rallyes disputati su neve (Swedish Rally o Neige et Glaces).
Un' altra "stecca" emerge se si osseva la riproduzione della livrea Alitalia: Il tetto e i parafanghi realizzati in verde prato, nella realtà erano dipinti in bianco.  Questo aspetto venne maggiormente curato dalla rivale storica della Bburago, la Polistil. In quel caso la livrea appare perfettamente riprodotta, tutte le decals sono  corrispondenti alla vettura che partecipo' al Montecarlo 1978 guidata da Maurizio Verini.
Nella foto sottostante possiamo vedere il fondino della vettura, tradizionalmente realizzato in plastica nera e fissato da due semplici viti a croce.




Nell' ultima foto vediamo alcune versioni del suddetto modello, prodotto per un arco di tempo che va dal 1977 al 1984.



  Da sinistra: livrea Alitalia (anno 1978); livrea Olio Fiat (1977) livrea Jolly Club (1983) in due versioni, la rarissima argento/nero e la piu' comune
argento/ rosso.

Altre versioni (non di proprietà dell' autore di questo blog):










 
   

domenica 20 settembre 2015

Tutti i modelli Martoys (1974-1975): Tabella riassuntiva (codici produzione e colori)

La tabella  rapprentata illustra  l' intera produzione a marchio Martoys dal 1974 alla fine del 1975 (dal 1976 diventera' Bburago). Per aiutare il collezionista ho riportato, per ogni modello e versione, il relativo codice numerico di produzione. Inoltre ho indicato per ogni modello, le varianti colore. I colori indicati sono quelli che ho potuto vedere di persona o in foto e che ho potuto verificare come originali di fabbrica.

Note:
- Esistono varianti di colore bianco chiaro per i modelli Range Rover e Porsche 911S. Risultano essere state prodotte per il mercato estero, è probabile che siano stati prodotti altri modelli in tale variante di colore, ma non vi sono prove per dimostrarlo.

- Il Cav. Besana, fondatore del marchio Martoys/Bburago, era particolarmente appassionato del colore ocra. Alcuni dipendenti ricordano che aveva stabilito che ogni modellino prodotto dovesse essere prodotto anche in questa particolare colorazione.


0101- ALPINE RENAULT RALLY (blu francia, rosso aranciato, azzurro ch. met, verde mela)
0102- PORSCHE 911S (rosso chiaro, argento, giallo, blu met chiaro, blu met medio)
0103- RENAULT 5 (blu Francia, rosso, giallo,bordeaux, azz. met.)
0104- RANGE ROVER (blu Francia, verde pisello, argento, ocra, rosso chiaro, giallo)
0105- FIAT 127 (rosso, arancio, sabbia, turchese, ocra, blu Francia)
0106- AUDI 80 GT (rosso, blu scuro, blu Francia, ocra, giallo, argento)
0108- LANCIA STRATOS MARLBORO (rosso)
0109- ALPINE RENAULT STRADALE (arancione, azz. met chiaro, argento?)
0110- BMW 3.0 CS (rosso mattone, argento, azz. chiaro met., blu Francia, ocra)
0111- PORSCHE 911S POLIZEI (bianco/verde, livrea polizia tedesca)
0113- RENAULT R5 RALLY (rosso, blu Francia)
0114- PORSCHE 911 RS (argento, ocra, giallo, rosso)
0120- FIAT 127 RALLY ( blu Francia, arancio, argento, azz. met chiaro)
0125- RANGE ROVER AIRPORT ( rosso)
0132- FIAT 127 VIGILI URBANI (blu molto scuro/bianco)
0135- LANCIA STRATOS ALITALIA I° VERSIONE ( verde chiaro/bianco, n 14)
0140- FIAT 131 (argento, arancio, azz. met, blu Francia, verde pisello, ocra, rosso matt, azz.scuro)
0140bis- FIAT 131 POLIZIA (azzurro/bianco)
0143- FIAT 131 CARABINIERI (blu molto scuro/ bianco)


Cara,vecchia Europa...

Marina Bay, Singapore, G.P. di F1: le immagini dall'elicottero insistono su piscine e giardini pensili al cui confronto i biblici giardini di Babilonia sono campetti per i bambini di un asilo di periferia. Peccato che altre immagini ci mostrino una direzione gara che impiega il tempo di due giri di virtual safety car per rendersi conto che ci sono detriti sulla pista e che bisogna scoparli via. Peccato che i commissari di percorso impieghino cinque giri di safety car, questa volta vera, per raccorglierli. I tapini sono sprovvisti di macchine pulitrici, in una Singapore di grattacieli, ruote panoramiche, orgie di led colorati. Peccato che chi ha concepito il circuito ha piazzato la corsia di accelerazione dai box proprio in curva(ci vuole tanto a piazzare luci automatiche che avvisino i piloti sopraggiungenti che una vettura sta impegnando tali corsie, e questo per tutti i circuiti?). E quindi un evviva ai nostri commissari di percorso della tanto bistrattata Monza, un evviva a quelli di Montecarlo! A proposito, signor Ecclestone, lei che impone costose modifiche ai circuiti per la sicurezza, perche' le va bene Singapore? Le facciamo una proposta: noi le inviamo per i gran premi di questo tipo i nostri commissari monzesi e lei ci fa uno sconto sulla somma che pretende per il prossimo G.P. d'Italia. Vorra' ancora sostenere, come ha fatto di fronte alle telecamere, che Monza deve pagare come gli altri perche' e'un circuito identico a tutti gli altri?

domenica 6 settembre 2015

BONJOUR TRISTESSE!

E' appena terminato il G.P. d'Italia a Monza e ci rimane un senso di triste disagio, un desiderio di qualcosa di piu' sereno e fresco. Invece non ci leviamo dalla testa le scene a cui tutti abbiamo assistito e le frasi che abbiamo ascoltato. Un Ecclestone nella sua forma piu' smagliante, con capacita' comunicative e di negoziazione incompatibili con il piu' disastrato dei suk, dal quale verrebbe sicuramente  allontanato a colpi di pietre; i piegamenti ben oltre i novanta gradi profusi dai suoi interlocutori, che in altre occasioni sfoggiano con noi miseri contribuenti l'arroganza piu' elegante e le bugie piu' spocchiose
( a proposito, chi di voi e' gommato Pirelli?).L'entusiasmo del pubblico pagante comunque felice e la contemporanea assenza di cartelli di proteste o sdegno per il progressivo avvelenamento di questo sport; una Ferrari che stenta a partire perdendo posizioni proprio qui, a Monza: e' come se vi presentaste al vostro matrimonio con i buchi nelle suole. Infine, a smentire il cavernicolo binomio donne e motori, l'assenza delle prime in pista, evidentemente considerate non  politically correct dalla Nomenklatura, mentre il look del divino Hamilton appare finalmente consono alle aspettative dei giovani appassionati di motori.
Ci rimane solo il seguente rimedio: la prossima volta che qualcuno ci chiedera' di assistere allo spettacolo, potremo   disimpegnarci con la frase "O Signur Madona,g'ho minga el temp".


Per quanto riguarda invece le due manifestazioni sportive per auto d'epoca di Giugno, chiediamo venia per il ritardo con cui vi riportiamo le nostre impressioni. La Vernasca Silver Flag ha dimostrato anche quest'anno  l'eccezionale livello dell'organizzazione, la qualita' delle auto presenti e la correttezza unita alla passione del pubblico. Un'esperienza immancabile per gli appassionati del genere, che possono seguire i passaggi dei partecipanti deliziandosi con qualche ottimo picnic sull'erba, a base di salame piacentino ed olio ricinato, tutto completamente gratis.
La Coppa Intereuropa a Monza e' ritornata dopo un anno di assenza dimostrando le capacita' della nuova gestione; ottimo il parco vetture dei gentlemen drivers, ancora scarsina la presenza di pubblico. Forza gente, l'anno prossimo partecipate piu' numerosi!

lunedì 29 giugno 2015

E adesso.... pubblicita'!!!! (prima parte)


No tranquilli, non verrete invasi da banner inneggianti a prestiti facili e immediati, oppure da procaci signorine smaniose di offrirvi le loro grazie.... oggi vogliamo parlarvi dell' evoluzione nel tempo della pubblicita' da parte delle ditte produttrici piu' famose degli anni 70' e '80: Bburago, Mebetoys e Polistil. Proprio queste case, del resto,hanno  fatto la parte del leone per piu' di trent' anni nel mercato italiano delle "automobiline".
Per quanto rigurada la scala che a noi interessa, l' 1/24, la prima casa a proporla fu la Politoys/Polistil del Cavalier Besana, che, con un marketing divertente e a tratti anche aggressivo, nel 1969 cosi' pubblicizza la sua prima  novita' a catalogo, la Osi Scarabeo:
Una giovane Paola Pitagora osserva suadente il lettore; in alto a destra la foto del modello in questione. Viene da chiedersi.... ma quando il ragazzino di 7/8 anni andava a chiedere al papa' "me la compri questa?" il genitore capiva che il suo pargolo chiedeva la macchinina ritratta nella foto o era distratto da altro?
Non è dato saperlo.... La signora Pitagora fu una testimonial fedele della Politoys, la vediamo ritratta infatti in molte altre pubblicita' ed anche su cataloghi annuali. Passando alla concorrenza, vediamo il diverso approccio nei confronti del pubblico, attuato, negli stessi anni, dalla Mebetoys:
La differenza salta agli occhi: qui, con un titolo a grafia "dettato di 5°elementare" si evidenzia la grandiosita' del prodotto e l' incitamento a sentirsi grandi e vivere mille spericolate avventure con la volante dei Carabinieri firmata Alfa Romeo. Qui il concetto base di marketing e' evidente: i nostri prodotti sono cosi coinvolgenti da potersi avvicinare al modello reale.
Tale concetto è alla base di molte pubblicita' della Polistil, che nel 1976 presentava cosi' la sua ultima novita', la Lancia Beta Montecarlo:
Solo la vettura reale è paragonabile, per fedelta' di riproduzione, al nostro modello in scala. Questo concetto, sbandierato in maniera un po' arrogante, si basava sul fatto che tale ditta, in quegli anni, era l' unica a produrre modelli con ruote specifiche, tergi riportati, interni fedeli e cosi' via. Una strategia cosi' aggressiva non poteva non scatenare una simpatica risposta da parte della rivale storica della Polistil, ovvero la Bburago:
Qui si vede tutta la "milanesita'" della casa di Molgora, che con un esclamazione come a dire "ma muchela"! (smettila!) risponde pan per focaccia alla sua avversaria, sempre con toni giocosi e divertenti.
Nella seconda parte vedremo l' evoluzione delle immagini e dei testi, analizzando il periodo che va dall' inizio degli anni '80 fino alla fine degli anni 90'
  
                                                                                                               continua...

lunedì 22 giugno 2015

Il modello del mese: Porsche 911 S Martoys (1974-1991) cod. 0102

La nostra rubrica "Il modello del mese" analizza questa volta la Porsche 911 S prodotta dalla casa brianzola Martoys dal 1974 fino al 1991.
Il suddetto modello è il secondo della serie iniziale dei modelli prodotti nel primo anno di vita dell' azienda, come testimonia il codice "0102".
In questa immagine pubblicitaria di un "Topolino" datato 1974, vediamo la primissima versione, stradale. E' anche il primo modello in assoluto in livrea
stradale prodotto da Martoys.



I colori da subito disponibli furono: Rosso chiaro, giallo canarino, blu metallizzato e argento chiaro.

Analizziamo piu' da vicino un esemplare in condizioni perfette proveniente dalla collezione privata dell' autore di questo blog, di colore rosso chiaro.
Nella prima foto possiamo vedere come le linee siano colte adeguatamente, ben proporzionate e, nella loro semplicita', affascinanti. Caratteristica di questa primissima versione sono i vetri azzurrati,gli interni e la cappelliera in colore marrone chiaro, cosi' come gli indicatori di direzione anteriori di colore bianco.
Il modello, come recita la pubblicita' che abbiamo osservato, ha ben quattro aperture e il cofano posteriore rivela una riproduzione abbastanza realistica del motore 2.4 aspirato di Stoccarda.
Degno di nota lo specchio di coda con i piccoli paraurti cromati, i terminali di scarico e la classica targa quadrata a lettere argento su fondo nero, prerogativa di tutti i modelli a marchio Martoys. Bello il frontale dove sul parafango sinistro spicca uno specchietto retrovisore cromato, di foggia sportiva. All' interno del cofano anteriore trova alloggiamento la ruota di scorta.

Dando uno sguardo al fondino del modello, possiamo apprezzare la realizzazione del complesso posteriore motore/tubi di scarico e cambio,
semplice ma di sicuro effetto. All' anteriore abbiamo invece solo un accenno di rappresentazione di organi meccanici, inclusi nello stampo in plastica nera del fondino. Come sempre, abbiamo l' indicazione del tipo di modello rappresentato, la scala e il codice di produzione, in questo caso "0102".
A conclusione di questa analisi, osserviamo la foto sottostante, ove sono rappresentate alcune versioni successive di tale modello:

 Da sinistra verso destra: 911S primissimo tipo, Martoys, anno 1974; 911 Rs Martini, Bburago, anno 1975, cod. 0114 (unica variazione di codice produzione);
911S Bburago serie economica,cod.9102, con ruote gialle, anno 1980; 911S Brunik, serie speciale,anno 1982; 911S Martini Racing blu chiaro metallizzato (colore raro), anno 1990; 911S "german stripes"n 80, anno 1991, 911S n 37 "german flag"  esclusiva per il mercato tedesco, anno 1991.
Come possiamo notare, in quasi vent' anni di produzione vi sono state ben 4 varianti dello stampo ma solo una volta si è cambiato il codice del modello, nel caso della 911Rs martini del 1975 (seconda da sinistra nella foto), che puo' essere percio' definito un modello a sè stante. La seconda modifica si e' avuta con l' allargamento dei parafanghi anteriori e posteriori, all' inizio degli anni '80 (terzo e quarto modello da sinistra). L' ultima variante, prodotta in molte livree racing e stradali, uscita nei primi anni '90, riporta la semplice e non esteticamente efficace aggiunta di un vistoso alettone posteriore in plastica nera. (ultimi tre modelli da sinistra).  

venerdì 19 giugno 2015

Vernasca Silver Flag (19-20-21 Giugno 2015)


E' gia' in corso di svolgimento in questo fine settimana un evento che è un "must" per gli appassionati di competizioni d' epoca: la Vernasca Silverflag.
Rievocazione storica di una corsa in salita che si svolgeva fino agli anni 70, non ha perso il suo carattere di competizione pura. Non si tratta, infatti, di una semplice e paciosa sfilata, ma di una gara vera e propria contro il cronometro.
Un centinaio di auto storiche italiane e straniere si sfideranno sulle curve e i rettilinei che vanno da Castell' Arquato a Vernasca, in provincia di Piacenza. Noi saremo presenti sabato 20, pronti a raccontarvi l' evento sulle pagine di questo blog.
Stay Tuned!  

Coppa Intereuropa Autodromo Nazionale Monza 19-20-21 Giugno 2015


Questo weekend, all' Autodromo Nazionale di Monza si svolgera' la 62° edizione della Coppa Intereuropa Autostoriche. 200 auto provenienti da tutta Europa si affronteranno in gare di velocita' e durata, in un' evento che da decenni ormai è cosiderato uno degli appuntamenti irrinunciabili per tutti gli appassionati del motorismo storico.
Nel link riportato di seguito trovate tutte le informazioni per il pubblico, compresi prezzi e programma della manifestazione.
http://www.monzanet.it/it/show/4874/Home%20page%20coppa%20intereuropa%202015

domenica 31 maggio 2015

Paese che vai, Burago che trovi! (seconda parte)


Nella prima parte di questo approfondimento abbiamo parlato delle varianti  di polizie e mezzi di soccorso esteri prodotte da Bburago. In questa seconda parte analizzeremo versioni particolarmente rare e decisamente poco conosciute di modelli apparentemente banali a cui ormai il collezionista non fa piu' caso. Un primo esempio lo si puo' riscontrare nella Audi Quattro Gt, che siamo abituati a vedere un po' ovunque nella classica livrea in tricromia "Audi Sport" oppure, meno frequentemente, in versione giallo/bianco/blu rally Svezia 1982.
Invece,solo per la Germania e forse l' Olanda, venne prodotto il suddetto modello in versione stradale color bronzo, con decals "Quattro" sui vetri laterali e targa posteriore con numerazione differente dal solito.

Nelle foto sopra vediamo il modello citato, proveniente dalla collezione privata dell' autore di questo blog. Acquistata in Germania, penso sia stata prodotta per un tempo limitatissimo, forse solo per un paio d'anni intorno al 1982. Un' altra particolarita' esclusiva di questa versione è il codice di produzione che solamente sulla basetta e sulla scatola riporta: "cod. 0159 D" ove quella "D" sta certamente ad indicare il paese di destinazione, per l' appunto la Germania.
Un' altro modello degno di nota e destinato sempre esclusivamente ai fortunati bambini tedeschi è la versione stradale della Volkswagen Golf Gti, conosciuta in Italia nelle livree rally BP (giallo/nera) e Dunlop (argento/rossa).

Nella foto ecco la versione stradale del suddetto modello, acquistata dall' autore in Germania. Particolarmente riuscita la livrea rosso/nera con banda adesiva doppia nera sulla fiancate; anche in questo caso la targa ha numerazione differente e specifica per questa versione estera. Come nel caso dell' Audi Quattro precedentemente descritta al codice numerico "0118" fa seguito una "D", e anche in questo caso il periodo di produzione e' limitato ad un solo anno, il 1986.
Passiamo ora a descrivere altri due modelli stradali che, pur avendo codice numerico standard, hanno colorazioni particolari e quasi mai viste in territorio italiano, sto parlando della Mercedes 450 SEL stradale in un insolito colore rosso scuro, da me reperito in un mercatino qui in Italia, ma che on line, in tale livrea si riscontra solo all' estero, Germania e Olanda in primis

e della Opel Kadett "C" coupè di colore bianco, ritrovata in Olanda, colore mai piu' visto in nessuna borsa scambio o sito on-line. Anch' essa riporta il suo codice numerico standard, cioè "0119", cosi' come la sopracitata Mercedes riporta "cod.0122".


Nei due modelli sopra raffgurati in foto non si notano variazioni degne di nota, le targhe al posteriore sono le stesse delle versioni standard. La loro peculiarità sta proprio nel colore, tipicamente estero il rosso scuro del 450 SEL, particolarmente azzeccato il bianco lucido della Kadett Coupè.

                                                                                           (fine seconda parte) 




lunedì 25 maggio 2015

C'EST LA VIE ! ( A qualcuno piace cosi'...)

Si e' appena conclusa a Cannes la scorribanda di "Cash and Rocket " 2015 , a fare da appetitoso contorno al Festival del Cinema, con formidabili auto ed altrettante importanti drivers. Molto glamour e molto denaro raccolto per scopi umanitari a dimostrare un'ennesima  volta, se ce n'era bisogno,che il connubio tra auto sportiva-femmina di dannunziana memoria-e la donna evoluta, protagonista del nostro tempo risulta sempre affascinante.Contemporaneamente a pochi chilometri di distanza il circus della F.1 a Montecarlo  ha presentato, da questo punto di vista, uno spettacolo deprimente: gli aitanti boys portanumero al posto delle girls-peraltro gia' sottotono da tempo e deplorevolmente snobbate dagli eroi delle monoposto-rappresentano l'ipocrisia ed il falso perbenismo della nomenclatura della FIA.In nome di una fantomatica "par condicio" (facciamo una battuta:esistono attualmente driver donne in F1?)si e' assistito ad una coreografia sulla pit lane di vecchio sapore bulgaro o se preferite nazista.La tristezza si e' poi consolidata alla vista delle due Altezze Reali, insipide discendenze della grazia cristallina di Grace Kelly e della signorile simpatia di Ranieri.Un Jean Todt nella sua attuale versione tipo impresario di pompe funebri americano e lo schieramento imbalsamato dei piloti in versione transformers hanno fatto il resto. Solo soldi, tanti, troppi soldi: comportamenti scostanti od asettici da robot, sguardi sospettosi.Alzi la mano chi ricorda con nostalgia i tempi scanzonati di James Hunt e di tanti altri piloti, amanti della vita e del bello. Chi e' troppo giovane per averli conosciuti se li vada a vedere su qualche bel libro ricco di foto,sara' un antidoto contro questo tipo grottesco di automobilismo.E poi le vetture in pochi istanti sono gia' alla St. Devote, ma questa e' un'altra cosa.
                                                                                         A cura di Aeroduck

mercoledì 20 maggio 2015

Il modello del mese: Alpine - Renault A110 Martoys (1974-1984) cod.0101


Per la nostra rubrica "il modello del mese" andremo ad analizzare un modello
che puo' essere definito senza ombra di dubbio una pietra miliare nella storia del modellismo in scala 1/24: stiamo infatti parlando della Alpine A110 Rally Martoys, ovvero il primo modello prodotto dalla Bburago ancora sotto la sua prima denominazione aziendale, nel 1974.
Iniziando dalla sua immagine pubblicitaria, tratta da un "Topolino" d' annata, possiamo apprezzare, nonostante si tratti di un semplice disegno, la fedelta' delle linee e la presenza di ben 4 aperture, ad un prezzo, come sempre, contenuto.

Essendo il primo modello in assoluto della nuova linea di automodelli prodotta dal Cav. Besana, riporta sul fondino il codice "0101".
Sara' un modello apprezzato e prodotto per  10 anni in molte livree fino al 1984.

Nella foto sottostante possiamo vedere alcune versioni di questo modello, appartenenti alla collezione privata dell' autore di questo blog.

Nell' ordine, da sinistra a destra: versione Rally Montecarlo anno 1974, colore verde lime (raro) e blu Francia (cod.0101); versione stradale anno 1977 blu scuro metallizzato (cod.109, prodotta sotto marchio Bburago e Martoys); versione Rally Montecarlo 1982 anno 1982, blu Francia (cod.0101) infine le due serie economiche, prodotte entrambe nel 1984 con ruote gialle e grigie, versione Rally Montecarlo 1982 e "Denim After Shave", un promo del 1984, di colore bianco.  (per entrambe cod. 9101). Come possiamo notare, le uniche differenze sostanziali degne di nota dello stampo avvengono al momento della produzione della "serie economica", denominata anche "serie 9000". Vengono eliminati i faretti supplementari in plastica, i paraurti da cromati diventano neri, volante e leva cambio rossi e viene eliminata la targa posteriore.
Analizzando nello specifico la primissima versione di questo modello, nella rara colorazione verde lime, notiamo che, pur essendo in scala nominale 1/24, il modello effettivamente risulta essere piu' piccolo, quasi un 1/26 effettivo.

Caratteristiche specifiche della primissima versione prodotta a marchio Martoys (1974-1975) sono i vetri e i fari anteriori color  giallo ambra e lo specchietto cromato al lato guida, cosi' come il cruscotto e la cappelliera di colore nero
(saranno prodotti in plastica grigia quando si passera' al marchio Bburago dal 1976 in poi). Nelle altre viste anteriori e posteriori possiamo apprezzare l' ampia fanaleria anteriore, la tipica targa Martoys al posteriore, cosi' come l' effetto "camber negativo" delle ruote posteriori adeguatamente riprodotto.


La livrea riproduce una non precisata edizione del Rally di Montecarlo e il numero dei gara 96 è del tutto di fantasia ma lo ritroveremo su altri modelli in versione rally prodotti dalla casa brianzola.
Concludiamo con il fondino della vettura, interamente in plastica nera, dove nella parte anteriore troviamo il logo Martoys e nella parte centrale la denominazione del modello, il codice numerico di catalogo (0101) e la scala.

Il modello sara' inizialmente confezionato in box cartonati senza vetrina,
poi nelle scatole/vetrina con finestra in cellophane termo saldato in diverse versioni e tipologie di disegno nel packaging. Parleremo estesamente in un prossimo articolo di tali differenze di inscatolamento.
       

 

domenica 17 maggio 2015

Grazie, Grazia!







Un enorme grazie a "Grazia" e alla sua direttrice Silvia Grilli!  Non avrei mai immaginato di vedere l' indirizzo del mio blog sul suo settimanale! Un enorme in bocca al lupo per la sua partecipazione come co-driver al "Cash and Rocket" insieme ad Alessia Marcuzzi. Forza ragazze!!!

martedì 12 maggio 2015

Policar 2.0: Il ritorno!

Tremate tremate! Le Policar son tornate! Sabato 9 Maggio è una data che gli appassionati di slot car ricorderanno a lungo: nella mitica Libreria dell' Automobile di Corso Venezia 45, il marchio Policar ha organizzato una rentree' sul mercato in grande stile, con un evento che ha ricordato l' illustre passato e il promettente futuro di questo storico brand.
Gia' dalle 10.00 del mattino, il mitico Sergio, proprietario della libreria, ci accoglie da ottimo anfitrione con cotanta vetrina, opportunamente "dedicata".


Notiamo primizie quali 312 Pb Targa Florio, Alfa 33/3 Le Mans e, tra le altre, uno splendido cofanetto dedicato alla Chaparral 2E, la prima vettura da corsa nata con un ampio alettone posteriore.
Una volta entrati, torniamo immediatamente bambini: sul tavolo al centro del negozio fa bella mostra di sè un' originale pista Policar del 1963-65: indaffaratissimo attorno ad essa troviamo Maurizio Ferrari, presidente di  Galileo Enginering  e responsabile vendite e produzione Policar che sta verificando la tensione elettrica su tutto il percorso.
Noi soliti giocherelloni sempre un po' immaturi siamo piu' attratti da queste due
meraviglie che possiamo vedere in assoluta anteprima, la Ferrari 312 Pb e l' Alfa 33/3 Le Mans:

Sono davvero bellissime e perfettamente fedeli alla loro controparte reale, cosa non facile, considerando che non si tratta di modelli statici da vetrina, ma da pista, pensate per correre ad alte velocita'.
In queste altre foto possiamo vederle nella loro confezione:

Molto bella l' idea di riprendere, per la 312 Pb, il layout della grafica d' epoca della scatola, chi ha giocato negli anni 70 con queste vetture non potra' non apprezzarle. Mentre facciamo una piccola pausa sfogliando le ultime novita' librarie, ci accorgiamo che Sergio ha pensato proprio a tutto: anche la musica che stiamo ascoltando è d' annata e per di piu' ottima, Van Halen e Jimi Hendrix ci deliziano con riff di Stratocaster tra i piu' belli della storia della musica...
Ma le novita' incalzano e gia' Maurizio ci mostra quello che, a suo dire, è il modello a cui tiene maggiormente, ovvero la Chaparral 2E del 1966. Ci racconta le difficolta' incontrate durante il processo di produzione, la storia del modello e l' onore non da poco di aver ricevuto da Jim Hall in persona, creatore del marchio Chaparral , l' apprezzamento per l' ottimo lavoro svolto. Noi, foto alla mano, non possiamo che essere pienamente d' accordo.






Ma ricordandoci che Policar è soprattutto storia del modellismo dinamico italiano, ecco arrivare alcuni tra i piu' conosciuti collezionisti di slot, che espongono i loro pezzi migliori. Ecco qui riuniti nella foto alcuni tra i modelli storici del marchio, in scale diverse: spicca la capostipite, ovvero la Ferrari 156 F1 prodotta in 1/32 da APS- POLICAR nel 1963.

In un continuo alternarsi di passato e futuro, ecco che Maurizio ci presenta la line-up dei modelli F1 di prossima produzione:

Nella foto vediamo La Lotus 72 del 1970 di J. Rindt, livrea Gold Leaf, La Lotus 72 Jps In versione ancora non definitiva e la prima versione della March 701 del 1970, guidata dal mitico Graham Hill, in livrea Broke Bond Oxo, sia in versione prototipale che definitiva. Nella foto successiva possiamo apprezzare anche il lato tecnico di tali realizzazioni: vediamo la Lotus 72 smontata, che ci mostra i suoi organi interni; ci colpisce la realizzazione in scala pressoche' perfetta del cambio Hewland Fg400. Maurizio ci spiega la complessita' della genesi di tale progetto, le lunghe prove, le difficolta' tecniche incontrate e la soddifazione di vedere il prodotto finalmente realizzato.

   
  Altra presenza fondamentale all' evento è quella di Angelo Bonizzoni, realizzatore dei disegni prototipali dei modelli Policar e Polistil: Tra un aneddoto e l' altro ci mostra disegni originali del centro studi Policar, risalenti alla meta' degli anni 70. Eccone un esempio in foto:
Ma  Angelo è anche un grande collezionista del marchio e questa vetrinetta lo dimostra:

Abbiamo apprezzato, tra le altre, questa splendida e intonsa Fiat 131 Abarth
in scala 1/32, che deve aver allietato alla fine degli anni 70 i pomeriggi di tanti bambini appassionati di rally. Il tempo passa e giungiamo purtroppo al termine dell' evento, sinceramente colpiti da  prodotti che, ne siamo certi, riceveranno un' ottima accoglienza da parte di tutti gli appassionati del settore.